Artigianato e piccola impresa, straordinaria palestra per i giovani
- Written by Felice Espro
- Published in Giovani imprenditori
“Abbiamo la più alta dispersione scolastica in Europa, il minor numero di laureati. Tra il 2009 e il 2019 l’esercito dei Neet è aumentato solo in Italia, Brasile e Grecia tra i paesi Ocse. La disoccupazione giovanile è salita di 12 punti in un decennio superando il 30% contro il 6,5% della Germania e l’8,5% degli Stati Uniti. Per formare un diplomato specializzato e un laureato spendiamo poco, circa 9mila euro l’anno rispetto ai 14mila della Germania e ai 17mila dell’Austria eppure investire 100 euro in formazione genera un ritorno finanziario pari a oltre 3 volte, secondo i calcoli dell’Ocse”.
Nel variegato mondo dei giovani quelli che intendono fare impresa sono la principale evidenza della necessità di una profonda modernizzazione del Paese, per riattivare l’ascensore sociale e ridurre le diseguaglianze, stimolare il progresso economico e sociale.
Si deve partire dalla scuola, superando l’anacronistica separazione tra sapere intellettuale e sapere manuale e professionale, per farne il nucleo fondamentale dove favorire la cultura d’impresa e il trasferimento di competenze. In questo senso, l’artigianato e la piccola impresa rappresentano una straordinaria palestra per quei giovani che hanno voglia di intraprendere, di mettere in gioco sé stessi, la loro creatività e capacità di innovare, ibridando mestieri antichi con tecniche e strumenti moderni. Una fucina di giovani che fa da cuore pulsante di quei prodotti e servizi d’eccellenza che costituiscono l’essenza del made in Italy.
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